Google: via AdBlock Plus da Android. Cosa significa?

Lo sapete meglio di noi: internet è pieno di pubblicitàInternet vive con la pubblicità. E non ci sarebbe niente di male, se non fosse che a volte si tratta di banner davvero invadenti, che magari fanno partire anche tracce audio o si ingrandiscono impedendo di consultare un sito prima che vengano chiuse. Per ovviare a questo problema, gli utenti Android potevano decidere di installare AdBlock Plus o strumenti analoghi, che, come fa intendere il nome stesso, avrebbero bloccato del tutto le pubblicità, restituendo una navigazione scevra da banner indesiderati. 

Chiude Google Reader, internet protesta

Un’azienda come Google deve portare avanti numerosissimi servizi: alcuni, ovviamente, registrano un enorme utilizzo giornaliero (basti pensare a Chrome o GMail o YouTube), a differenza di altri che invece limitano la propria utenza a un settore più di nicchia. A quanto pare questo è il caso di Google Reader. Se vi è capitato di accedere in questi giorni al noto aggregatore di feed, avete visto comparire al centro della pagina un avviso che lascia ben poco spazio all’immaginazione: Google Reader verrà chiuso il 1 Luglio 2013. Gli utenti che vogliono continuare ad utilizzare le proprie sottoscrizioni utilizzando alternative, possono facilmente esportare i dati con Google Takeout. 

Le novità della beta di Chrome 26

Solo pochi giorni dopo il rilascio della versione 25 di Chrome, già sulla rete iniziano a circolare le prime voci riguardanti la versione successiva, Chrome 26, la cui beta è disponibile per il download per piattaforme Windows, Mac e Linux. Abbastanza numerose le novità, tra cui annoveriamo un correttore ortografico migliore, e una sorta di porting su browser di un “app launcher”, caratteristica che ricorda da vicino un “menu Start”, dal quale avviare velocemente applicazioni e servizi. 

Chrome su Android, si testa un modo per accelerare i caricamenti

Google Chrome è uno dei browser più utilizzati e apprezzati dal pubblico di tutto il mondo, e non solo nella sua versione desktop. Ciò di cui vi parliamo oggi riguarda nello specifico uno studio rivolto alla versione di Chrome per Android, che servirebbe ad accelerare il caricamento delle pagine web, tramite un escamotage già utilizzato da altri browser (come ad esempio Opera Mini, Amazon Silk e Nokia Xpress Browser). Ma in cosa consiste? Leggete oltre per scoprirlo. 

Bloomberg: Apple pronta a lanciare iWatch. Primo rivale dei Google Glass?

La famosa testata Bloomberg ha recentemente rivelato che Apple avrebbe un team di 100 persone al lavoro sul nuovo iWatch che, stando all’ultimo report, la compagnia di Cupertino sarebbe pronta a lanciare già quest’anno. Si tratterebbe di un “orologio” in grado di chiamare, visualizzare mappe e offrire un pedometro. Un device di certo molto interessante che andrebbe a cambiare lo scenario della tecnologia. 

Google Glass: JetBlue parla di alcune possibili funzionalità

Google Glass rappresentano sicuramente uno dei progetti tecnologici più interessanti del periodo in cui ci troviamo. Nonostante il mercato hi-tech sia praticamente controllato da smartphone e tablet dei marchi più disparati, Google ha deciso di provarci con qualcosa di veramente nuovo: occhiali digitali in grado di riportare informazioni sulle lenti, connettersi ovviamente ad internet, permettere la comunicazione, il controllo di email e social network, e così via. Una cosa che, a pensarci oggi, sembra così futuristica che è quasi difficile crederci. Eppure i Glass sono effettivamente in sviluppo, e il co-fondatore di Google è stato addirittura avvistato nella metro di New York, mentre li indossava. 

La Germania vuole tassare i link di notizie, ma Google non ci sta

Quella di oggi è una notizia a cui Google si sta opponendo fermamente. Dalla Germania è arrivato il primo sì, da una delle due Camere, sulla tassazione dei link delle notizie pubblicati sui motori di ricerca e negli aggregatori di notizie. Della cosa si parlava già lo scorso anno, e venerdì scorso si è per la prima volta concretizzata alla camera, nonostante un’aula praticamente a metà: si parla di 293 voti favorevoli contro 243 contrari. Si tratta di una novità per la quale il diritto esclusivo sulla pubblicazione di notizie per scopi commerciali sarà appannaggio proprio degli editori e dei produttori degli articoli. 

Presto vedremo i “Google Store”?

Quella tra Google e Apple è davvero una sfida senza esclusione di colpi. Si passa dai sistemi operativi – la battaglia tra iOS e Android dura ormai da diversi anni – e si arriva ai dispositivi veri e propri. Google in genere, a parte rari casi, ne affida la produzione ad aziende esterne, al contrario di Apple che invece produce tutto da sé. Ed Apple ha dalla sua un vantaggio non indifferente, che contribuisce a dar forza al marchio e farne aumentare il carisma: stiamo parlando degli Apple Store, veri e propri negozi “a tema” che si occupano soltanto di prodotti Apple. 

Google potrebbe pagare fino ad un miliardo di dollari per rimanere “in Apple”

Google ed Apple, lo sanno ormai tutti, sono i due grandi del settore di smartphone e tablet. E tra le due multinazionali, sebbene spesso non corra esattamente buon sangue (ricordiamo le dichiarazioni di Jobs secondo le quali Apple avrebbe volentieri scatenato una guerra termonucleare per distruggere Android), si sono sviluppate nel tempo diverse collaborazioni. Tra queste, ricordiamo ovviamente quella relativa a Google Maps, applicazione rimossa dalla dotazione di serie dei dispositivi Apple con l’aggiornamento ad iOS 6.0, lo scorso Settembre; e Google inteso come motore di ricerca predefinito, ancora presente all’interno dei vari iPhone, iPad e iPod Touch. 

Le informazioni personali che Google rilascia ad ogni acquisto di applicazioni Android

Ogni volta che comprate un’applicazione da Google Play, Google invia il vostro indirizzo email, la vostra posizione geografica e in molti casi il vostro nome completo allo sviluppatore dell’app. Questo, almeno, secondo quanto dice Dan, il creatore di Paul Keating Insult Generator per Android, che questa settimana, effettuando il login sul suo account Google Play, ha scoperto di avere i dettagli personali di ogni utente che ha acquistato la sua applicazione.