Google è ancora in possesso di dati sensibili provenienti da Street View

Qualche tempo fa Google era andata incontro ad un pesante ammonimento da parte di organi giuridici. Come ben sapete, Street View è quel servizio che permette all’utente di esplorare le strade del pianeta semplicemente con qualche click; e ciò avviene grazie alle cosiddette googlecar, veicoli di proprietà di Big G che esplorano il mondo fotografandone ogni luogo. Ma anche i semplici utenti hanno un ruolo fondamentale nella cosa: chiunque, infatti, può contribuire con Google Maps inviando foto e materiale relativo ad un determinato luogo, andando in questo modo ad arricchire sensibilmente il database dell’azienda di Mountain View. Ma tutto questo, come immaginate, porta con sé diversi dati sensibili degli utenti, a quanto pare conservati erroneamente da Google.

Che Google debba rinunciare ai trucchetti per non pagare le tasse?

Provate ad immaginare per un attimo il giro di affari che può sostenere un’azienda della grandezza ed importanza di Google. Si parla certamente di numeri a tantissimi zeri, cifre difficilmente contemplabili e ad cui di certo la maggior parte dei cittadini non è abituata. Ma la maggior parte dei cittadini è invece abituata a pagare le tasse, la cui presenza è assicurata ed incontrastabile ad ogni entrata registrata dallo Stato. Google questo lo sa bene, ed ecco che per gestire le ingenti somme di denaro che le passano per le mani ogni giorno, ricorre ad alcuni trucchetti (formalmente legali) che le permettono di non pagare le tasse o pagarne molto meno di quanto dovrebbe.

Connettività: Google Fiber arriva a Kansas City

Era già da un po’ di tempo che la casa di Mountain View aveva preannunciato l’arrivo di Google Fiber, progetto di big G tutto riguardante le connessioni a banda larga. E dal primo annuncio della cosa, oggi si è finalmente arrivati ad una realtà pratica. La connessione made in Google è infatti in arrivo a Kansas City, dove il gruppo californiano sta già installando la sua rete in fibra ottica.

Chrome 22 e le web app che si avviano separatamente

Se cercassimo di riassumere con pochi termini il mondo di smartphone e tablet attuali, uno di questi sarebbe sicuramente “app”. Applicazioni uniche, veloci e accessibili tramite qualche tocco, che permettono in pochi secondi di svolgere un’azione particolare (es: navigare su internet, usare un social network, un gioco o un’utility) e non richiedono dell’utilizzo di altri software. Si appoggiano direttamente sul sistema operativo.
Sembra che questa concezione, oggi così diffusa e comoda in ambito mobile, possa presto arrivare anche sui sistemi operativi “casalinghi”, e pare che Chrome, con la release 22, voglia fare il primo passo.

Google inaugura il Web Lab

Google è un’azienda in costante movimento. Tra i suoi innumerevoli prodotti e iniziative, nascono a volte interessanti esperimenti che, pur nascendo un po’ in sordina, riescono ad attrarre l’attenzione di migliaia di navigatori in giro per il mondo. Oggi vogliamo parlarvi del Web Lab, esperimento nato pochi giorni fa da Google in collaborazione col Museo della Scienza di Londra. Si tratta, in sintesi, di una sorta di laboratorio virtuale (accessibile cliccando su questo link) dentro il quale è possibile svolgere cinque attività differenti: Orchestra Universale, Teletrasporto, Sketchbots, Data Tracer e Lab Tag Explorer. Andiamo ad esaminarle una ad una.

Chrome su iOS più lento di Safari? Colpa di Apple

Come ben sapete se seguite le nostre pagine, Google Chrome è arrivato recentemente su App Store, stabilendo presto record di download e ottime impressioni da parte del pubblico. Annunciata durante l’ultimo Google I/O, la notizia è andata ad aprire nuove scelte di navigazione per chi utilizza i dispositivi Apple, che ora hanno finalmente un validissimo browser alternativo da contrapporre a Safari.
Da alcuni test, però, l’applicazione di Google si rivela essere più lenta di Safari, e di certo non per demeriti propri. La colpa si deve infatti andare a cercare in una delle limitazioni imposte da Apple.

Google non limiterà le estensioni installabili su Chrome

Alcune voci dei giorni scorsi vedrebbero Google apprestarsi a porre un limite alle estensioni da poter installare su Chrome e Chrome OS. Un po’ come fa Apple, che impedisce l’installazione di applicazioni non scaricate all’App Store ufficiale, si diceva che Google avrebbe limitato l’installazione alle sole estensioni inserite ed approvate sul Chrome Web Store. Leggendo in questa pagina, invece, si vede come l’ipotesi non sia assolutamente veritiera.

Chrome Download Enabler arriva su Cydia

Ultimamente vi abbiamo paralto spesso dell’enorme successo avuto dalla versione iOS di Chrome, recentemente approdato sull’App Store dei dispositivi Apple. Com’era prevedibile, vista la percentuale di utenti (sempre in crescita) che sta cominciando a preferire il browser di Google rispetto al preinstallato Safari, anche su Cydia iniziano ad emergere i primi tweak espressamente dedicati. In questo articolo andremo a descrivervi Chrome Download Enabler, un’estensione che permette di scaricare qualsiasi tipo di file anche da Google Chrome, salvandolo proprio all’interno del vostro dispositivo marchiato Mela.

Chrome e Leopard: finisce l’amore

Come ben sapete, Google Chrome non ha molti anni di vita. Anzi, è giovanissimo se paragonato agli altri browser, alcuni esistenti da tantissimo tempo (qualcuno ha detto Internet Explorer?). Nato inizialmente su piattaforme Windows e poi spostatosi anche sulle altre, tra cui i sistemi operativi marchiati Apple, ha continuato ad accumulare record di download e apprezzamenti. Oggi, però, arrivano notizie riguardo la fine di un amore: dalla prossima release del browser di Mountain View, infatti, terminerà la compatibilità con Leopard, sistema operativo Apple rilasciato nel corso del 2007, e che ai suoi tempi introdusse tantissime novità interessanti.

Chrome primo su App Store, ma non può essere browser predefinito

Per Safari è probabilmente venuta l’ora di preoccuparsi. Il recente rilascio di Google Chrome su App Store e di conseguenza su dispositivi Apple, ha portato il browser di Mountain View a scalare in pochissimo tempo le vette del catalogo di Cupertino, impostandosi rapidamente come applicazione più scaricata. Un enorme successo di Google, che però va incontro ad una problematica non da poco, sollevata da migliaia di utenti in giro per la rete: l’impostazione del browser predefinito.