Google Earth, appaiono nuovi campi di prigionia in Corea del Nord?

di Redazione Commenta

Oggi vi parliamo di una questione abbastanza delicata, che riguara Google Earth e la Corea del NordCurtis Melvin, un blogger che si occupa di analisi economiche proprio riguardanti il paese asiatico, ha recentemente pubblicato sul proprio sito (raggiungibile a questo link) diverse immagini satellitari prelevate da Google Earth, che mostrerebbero la costruzione e l’esistenza di un campo di prigionia. Come forse sapete, la Corea del Nord è uno degli stati più chiusi e duri al mondo, e Melvin aggiorna il suo blog cercando di volta in volta di carpire cambiamenti e modifiche nella struttura sociale nordcoreana, specialmente quelli che le autorità vogliono mantenere segreti. 

Le immagini in questione sarebbero state caricate da Google Earth venerdì scorso, ma elaborate, a quanto pare, il 21 Settembre 2011. In particolare, si tratta della zona adiacente ai Campi 14 e 18 (Kwan-li-so in coreano, letteralmente “luoghi di custodia”), in cui si vedrebbe l’apparizione di una nuova area molto simile, e che potrebbe essere un nuovo campo di prigionia.
Il luogo misterioso è posizionato accanto al Campo 14, conosciuto come Kwan-li-so 1 e in cui sono rinchiusi molti prigionieri politici.

Alla fine dell’analisi, comunque, l’autore specifica che per il momento si tratta solo di ipotesi basate sull’evidenza fotografica apportata dalle immagini. È certo, però, che la nuova area mostra chiaramente un limite recintato, ed è molto simile ai campi di prigionia adiacenti.

Nonostante negli anni ci siano state diverse testimonianze – si ricordi ad esempio quella di Shin Dong-Hyuk, nato e cresciuto nel Campo 14, che è riuscito a scappare e raggiungere la Corea del Sud, per poi raccontare tutto – il regime nordcoreano ha sempre negato l’esistenza dei campi di prigionia, sostenendo che sia solo frutto della propaganda da parte dei paesi stranieri.

Le immagini satellitari, unite alle varie testimonianze di altri studiosi e di Melvin stesso, sembrerebbero però smontare la tesi “ufficiale”.
Di seguito la gallery.

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