I numeri del 2011 di Google

di Redazione Commenta

Ogni anno porta con sé molte conclusioni, dati, statistiche, resoconti e così via. Nonostante non si tratti che di un limite temporale prettamente umano, l'”anno” serve a tirare le somme, sia in ambito individuale che aziendale. E in questo articolo vogliamo parlarvi proprio dei numeri di una società come Google, che nell’ultimo anno ha incontrato diversi cambiamenti e apportato diverse innovazioni (a volte radicali) nella struttura portante. 

La lista che vi stiamo per pubblicare qui di seguito è stata pubblicata da TechCrunch, e diffusa inizialmente da Larry Page in occasione della sua nomina di CEO dell’azienda di cui è co-founder.

A voi i numeri, allora:

30 sono i servizi chiusi da Google nell’ultimo anno, Buzz e Knol compresi;
120 sono le integrazioni di Google+ nei sistemi di Google e non;
100 milioni è il numero degli utenti che, fino ad oggi, hanno un profilo su Google+ (per fare un confronto, Facebook ne ha circa 850 milioni);
850.000 sono i dispositivi basati su Android attivati ogni giorno;
55 sono le società che producono, con nomi e modelli differenti, i dispositivi basati sul sistema operativo mobile Google;
300 sono le compagnie telefoniche partner di Google per Android;
200 milioni sono gli utenti di Google Chrome, browser lanciato alla fine del 2008;
5.000 sono le aziende e le istituzioni scolastiche iscritte ogni giorno a Gmail;
800 milioni sono gli utenti mensili di YouTube;
2.5 miliardi di dollari è il volume di affari generato dalle pubblicità per dispositivi mobili nell’ultimo trimestre del 2011;
30 miliardi di dollari è il totale del denaro trasferito ai responsabili dei siti web che utilizzano Google AdSense;
64 è il numero di lingue supportate da Google Translate;
4.032 è il numero di combinazioni possibili per le traduzioni tra le diverse lingue su Google Translate;
320.000 sono i chilometri percorsi dalle Google Car.

Questo, in numeri, è stato il 2011 di Google. Siamo convinti che, soprattutto per quanto riguarda il numero di utenti di Google+, ai vertici dell’azienda avrebbero voluto qualcosa in più.

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